Consiglio regionale: RED, l’intervento dell’assessore Negro

Salvatore Negro, assessore al Welfare.
Innanzitutto, voglio ringraziare a nome del Governo regionale i Presidenti e i colleghi delle Commissioni per l’impegno profuso in queste settimane. Questo provvedimento, se approvato all’unanimità dal Consiglio regionale, rappresenterebbe una pagina di buona politica non solo per la maggioranza, non solo per il Governo, ma per tutto il Consiglio, perché si tratta di un provvedimento che va unicamente a beneficio della Puglia e dei pugliesi, che si occupa e mette al primo posto le persone in stato di bisogno, e lo fa senza demagogia, con molti elementi innovativi e soprattutto nel rispetto delle norme nazionali.
Il RED è una misura attiva che associa alla componente passiva finanziata dai fondi nazionali, la componente attiva finanziata con fondi regionali, bilancio autonomo e risorse del Fondo sociale europeo. La legge regionale costituisce il necessario contesto normativo in cui utilizzare le risorse FSE, nel rispetto del Regolamento comunitario sull’ammissibilità della spesa e le tipologie di operazione riconosciute per concorrere alla realizzazione di una misura nazionale di contrasto alla povertà, salvaguardando i princìpi di addizionalità, attivazione, pari opportunità nell’accesso ed equità.
Stiamo operando nell’ambito delle nostre competenze e in accordo con il quadro nazionale. Abbiamo presentato cinque emendamenti, che sono stati concordati con il Governo nazionale che attestano la coerenza fra la nostra legge e le disposizioni nazionali.
Rispetto al Sostegno per l’inclusione attiva (SIA) nazionale, il RED riguarda non soltanto le famiglie in cui sono presenti figli minori, già comprese nel nostro provvedimento, ma tutti i nuclei familiari numerosi.
L’opposizione sostiene che dovremmo cercare di sostenere non soltanto 20 mila persone, ma rispondere all’esigenza di centoventimila. Abbiamo cercato sempre e continueremo a farlo, di essere seri, chiari con i nostri cittadini perché usare la demagogia per cercare poi di avere qualche voto in più, alla lunga non paga. Non possiamo far credere ai pugliesi che un Governo regionale sia in grado di soddisfare le esigenze di centoventimila persone in stato di povertà, come ci consegnano i dati Istat, perché ci rendiamo conto che avremmo bisogno di una quantità di risorse finanziarie di cui oggi neanche il Governo nazionale dispone.
Al momento abbiamo individuato una platea di 20 mila beneficiari per i quali è stato previsto un impegno finanziario di 70 milioni di euro, di cui 30 milioni provenienti dal Fondo sociale europeo, 35 milioni dal Fondo statale e 5 milioni dal bilancio regionale. Sul ruolo chiesto ai Comuni, sulla funzione che si chiede agli ambiti territoriali, sul ruolo che dovrà avere anche l’INPS c’è una perfetta sintonia, che non mancherà anche nella fase di applicazione di questa misura.