OLIO TUNISINO, CASILI (M5S): “IL PROBLEMA SONO LE NEFANDEZZE NOSTRANE  SULL’OLIO EXTRAVERGINE ITALIANO”

 

Le 35.000 tonnellate di olio tunisino che si aggiungono ogni anno alle 57.000 t già accordate in Europa  sono la foglia di fico per coprire le nefandezze di casa nostra sull’olio extravergine italiano.” queste le dichiarazioni del consigliere agronomo M5S Cristian Casili in merito alle polemiche sollevate dalla decisione dell’UE di importare l’olio tunisino a dazio zero: Ogni anno importiamo sotto la complicità delle istituzioni e delle associazioni di categoria  tonnellate di olio – prosegue il consigliere salentino – proveniente da Spagna, Grecia, Siria, Marocco, Turchia, Tunisia. Politica ed associazioni che, salvo ringraziare gli organi inquirenti per la scoperta di una partita di olio contraffatta, nulla fanno per porre fine allo sciacallaggio che subiscono i produttori onesti di Puglia che producono il miglior olio extravergine del mondo. E pensare che in tutto questo disordine di un sistema delinquenziale dovuto alla estrema industrializzazione  del comparto olivicolo c’è chi vorrebbe proporre gli stessi modelli spagnoli al Salento su cui grava già la iattura del disseccamento degli ulivi.” Secondo Casili l’olivicoltura pugliese puó ancora salvarsi se ritorna ad essere una olivicoltura a misura d’uomo e abbandona modelli superintensivi che nulla hanno a che vedere con le caratteristiche eterogenee dei nostri  territori.”
La politica nazionale e locale secondo il pentastellato, dovrebbe difendere un comparto così importante iniziando ad investire su modelli di tracciabilità snelli ed efficaci che, attraverso le università e i laboratori locali, contemplino un utilizzo più diffuso delle analisi molecolari che servono a scovare le nazioni e le regioni di provenienza. Ma anche la Regione Puglia deve dare il proprio contributo: la Puglia deve investire più risorse per aiutare le piccole imprese di trasformazione che puntano sulla tradizione e la qualità, penalizzando le grosse strutture di trasformazione che puntano su varietà alloctone e sistemi di produzione industriali. La Regione Puglia se non vuole diventare il porto delle frodi europee, – conclude Casili –  riparta immediatamente da tutti quei produttori onesti che producono i migliori oli extravergini del mondo e tenga lontana la Spagna e coloro che vogliono distruggere il Germoplasma locale per sostituirlo con cultivar che nulla hanno a che vedere con la nostra storia.”