“Sono cresciuto tra strade che erano piene di persone con cattive reputazioni.
Eppure, per me, quelle strade erano non solo ricolme di povertà e di crimine, ma anche piene di vita, di storie, di dolore e persino di solidarietà, amicizie e passioni.
Sono cresciuto nella mia strada, dove sempre ritrovavo – e ancora ritrovo – l’amore profondissimo dalla e per la mia famiglia.
Diversamente, nel centro della città, vi era un altro mondo, dove spesso percepivo che nessuno fosse capace di “sentire” le urla di angoscia e di dolore, che quasi soffocate sembravano sopraggiungere dal mio quartiere.”
Così, nel mio quartiere io mi sentivo a casa. Esso era la mia vita quotidiana, un mondo così profondamente imbevuto in un’umiltà senza fine.
Avvincente come un romanzo, autentica come un “flusso di coscienza”, puntuale ed elaborata come una Ricerca, l’AUTO-ETNOGRAFIA del sociologo Nicola SCHINGARO raccoglie elementi di autoriflessione, sociologia, metodologia, urbanistica. Ci porta per mano nella vita di un quartiere periferico come il C.E.P. ; ne evoca le voci della strada , i sentimenti di desolazione e vergogna, i destini segnati dei suoi abitanti, il fango e l’ assenza di luce.
E non si esime da un potente J’ACCUSE rivolto alla politica, alla sinistra incapace di svolgere il ruolo che le compete, assente e sempre piu’ indifferente ai problemi reali, mentre esibisce disinvolta il proprio volto autoreferenziale e burocratico, teso solo alla crescita di carriere ed interessi personali.
Ne parliamo con l’autore insieme a:
Rosy Paparella (Garante dei Diritti dell’ Infanzia e dell’Adolescenza)
Pietro Petruzzelli (Assessore all’Ambiente ed allo Sport del Comune di Bari)
INTERVENGONO:
Sergio BISCIGLIA (Sociologo Politecnico di Bari)
Arturo CUCCIOLLA (Urbanista Politecnico di Bari)
Rosa FERRO (Operatrice Socioculturale)
Rosaria LOPEDOTE (Insegnante)
Onofrio ROMANO (Sociologo Universita’ di Bari)
