De Leonardis: “Piano di riordino ospedaliero da rivedere e correggere”

Nota del Presidente del Gruppo Area Popolare, Giannicola De Leonardis.
“La bozza di Piano di riordino ospedaliero illustrata lo scorso venerdì, come se fosse priva di qualsiasi possibile alternativa, presenta in realtà degli evidenti margini di correzione e miglioramento, partendo dalla doverosa premessa che la programmazione della rete ospedaliera deve consentire alla popolazione dell’intera regione di avere pari possibilità di accesso alle cure ospedaliere, qualunque sia la provincia di residenza. Gli standard definiti dal D. M. 70/2015, per garantire una equa distribuzione dei posti letto sul territorio regionale, prevedono infatti lo standard di 3,7 posti letto per mille abitanti, ma tenendo in considerazione al tempo stesso importanti variabili.
Nella provincia di Foggia, per fare solo un esempio, sono presenti la seconda e la terza struttura regionale per dimensioni e con caratterizzazione extra-provinciale, le cui dotazioni – così come dovrebbe avvenire per il Policlinico di Bari e gli IRCCS – dovrebbero essere quindi considerate regionali e non locali, e quindi fuori dal computo del parametro previsto del 3,7 per mille. Ancora, va contestualmente definito e chiarito il ruolo delle strutture private, ‘complementari al sistema pubblico’ ma non rientranti nella Rete Emergenza –Urgenza; e vanno ricordate le possibili deroghe ai bacini di utenza per le aree territoriali considerate ‘disagiate’, di fatto dimenticate e ignorate dal Piano di Riordino esposto dall’esecutivo regionale. E, dettaglio tutt’altro che trascurabile, alcuni dati inerenti volumi ed esiti in determinati reparti e ospedali – allegati a corredo della relazione – sarebbero errati e discordanti da quelli effettivamente registrati nei periodi indicati.
Ecco quindi come una diversa distribuzione e prospettiva renderebbe di fatto non solo inutili e ingiustificabili parecchi dei tagli e ridimensionamenti previsti dalla bozza oggetto di confronto e discussione in questi giorni. Una bozza che va profondamente ridiscussa, per evitare la paralisi della sanità pubblica e per garantire il diritto alla salute a ogni frazione di territorio e comunità”./comunicato