Agis: lo spettacolo in Puglia in cerca di una stabile evoluzione. Consegnata la Piattaforma al Dipartimento Cultura della Regione Puglia

Il settore spettacolo in Puglia è in cerca di una stabile evoluzione ma per farlo ha bisogno anche di cambiamenti. E’ quanto chiede l’Agis di Puglia e Basilicata che ha consegnato al Direttore del Dipartimento turismo ed economia della cultura della Regione Puglia, Aldo Patruno, la Piattaforma che contiene gli obiettivi dei rappresentanti delle Associazioni di categoria, dal mondo delle sale cinematografiche a quello dello spettacolo dal vivo passando, dalle giostre ai luna park.

“Ci stiamo impegnando”, ha affermato Patruno, “per definire insieme agli operatori il piano strategico regionale della cultura (che, prima volta in una Regione, sarà avviato a fine aprile), un programma pluriennale sulla base del quale investire più efficacemente i Fondi comunitari e ripensare l’attuale sistema delle regole. Dobbiamo lavorare e investire su questo, su un modello di sviluppo alternativo, fondato sull’economia della cultura”.

All’incontro con il Direttore Patruno erano presenti Francesca Rossini, Direttore Agis Puglia e Basilicata, Giulio Dilonardo, Presidente ANEC Puglia e Basilicata, Clara Cottino, Presidente spettacolo dal vivo, Paolo Ruta, coordinatore musica, Vincenzo Cipriano, coordinatore prosa, e Ermanno Bellucci, vice presidente Anesv. L’incontro è stato preceduto da un’altra riunione specifica sul cinema, a cui ha partecipato l’Anec, sulle azioni opportune da sviluppare per assicurare efficaci interventi di sostegno che consentano il rilancio degli investimenti nel settore, a partire dall’atteso bando sulla riqualificazione strutturale e l’adeguamento tecnologico delle sale cinematografiche e teatrali. Per l’Agis e l’Anec  un rilancio reale del settore culturale passa anche attraverso un riconoscimento del ruolo delle sale cinematografiche e teatrali che rappresentano per antonomasia i luoghi di socializzazione e fruizione dell’arte, perché siano sempre più considerati primi driver dell’alfabetizzazione culturale delle giovani generazioni.

Nello specifico l’Agis nella Piattaforma chiede di ripensare anzitutto il Regolamento regionale affinché attraverso nuove norme si possa garantire il consolidamento delle attività dello spettacolo pugliese. Inoltre è importante favorire  adeguate  politiche  di  defiscalizzazione  degli investimenti e incentivi nei bandi, che valorizzino le scelte in innovazione delle imprese culturali, ed un intervento di revisione dei fondi regionali ordinari a sostegno del settore della cultura e dello spettacolo. In particolare ci si riferisce ad un serio rifinanziamento del Fondo Unico regionale spettacolo previsto dalla legge. E’ indispensabile poi l’attuazione e la revisione di alcuni strumenti previsti dalla legge ma mai attuati, come fondi di garanzia e rotazione. Occorre inoltre un incremento dell’apparato amministrativo regionale dedicato al settore poiché al rispetto dell’impegno per la realizzazione delle attività culturali deve corrispondere il rispetto di una tempistica per il saldo dei contributi.  Non va trascurato il sapiente utilizzo dei prossimi fondi europei 2014-2020, affinché siano utilizzati in maniera  complementare  e  non  sostitutiva  dei fondi  ordinari,  con  la  missione  precisa  che  tali investimenti favoriscano il più possibile  la crescita diretta delle imprese.

In questo contesto è essenziale che il ruolo dei soggetti partecipati a titolarità regionale del settore si traduca sempre più in interventi che pongano le imprese dello spettacolo al centro delle politiche del territorio.

Tra gli obiettivi della Piattaforma fondamentali per l’Agis sono il sostegno della rete di giostre e luna park, la riattivazione dell’osservatorio regionale dello spettacolo, affinché funzioni come una reale cabina di regia ed azioni mirate di promozione del pubblico, specie quello scolastico ed universitario.

Questi i principali obiettivi per un maggiore sviluppo e reale consolidamento delle imprese culturali e creative e per una sempre più qualificata offerta a favore dei cittadini pugliesi  e non,  anche attraverso azioni mirate di internazionalizzazione del nostro brand, in sinergia con turismo e beni culturali.

L’incontro con il Direttore del Dipartimento turismo ed economia della cultura della Regione Puglia,  Aldo Patruno, è stato un primo passo per condividere le scelte strategiche sul futuro delle imprese dello spettacolo per  avviare un processo di riorganizzazione del settore che non è più rinviabile. A questo quindi deve necessariamente corrispondere un confronto costruttivo con le organizzazioni di categoria per condividere  un percorso di efficientamento dell’intero sistema cultura.

 Piattaforma spettacolo

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Lo spettacolo in Puglia: un sistema in cerca di una stabile evoluzione

 

Negli ultimi dieci anni la nostra Regione è stata tra le più dinamiche in Italia. Molto di questo dinamismo è dipeso dallo sviluppo intenso della sua creatività. Sono nate e si sono maggiormente affermate numerose associazioni culturali e imprese dello spettacolo, ben oltre 350 operatori recensiti di cui 222 presenti  in albo spettacolo regionale al 2014,  che restituiscono al territorio gli investimenti pubblici in spettacolo in termini di una sempre più qualificata e diversificata offerta al pubblico e di oltre cinquemila risorse umane in forza, di cui però meno di un terzo impiegate stabilmente e comunque con contratti a termine.

 

Dati incoraggianti che da un lato hanno giustamente fatto pensare alla nascita di uno specifico e molto apprezzato “sistema spettacolo”, ma preoccupanti per altro verso, perché allo sviluppo di un sistema non ne è seguito il suo consolidamento, dimostrandosi il nostro settore tra i più vulnerabili alla crisi considerata la forte elasticità della domanda che è sottesa all’offerta.

 

Difatti, nonostante i grandi sforzi profusi in questi anni dalla nostra amministrazione regionale per sviluppare il sistema, dopo la grande spinta data nei primi cinque anni dall’approvazione della legge spettacolo regionale, buona parte delle imprese di spettacolo non è riuscita a stabilizzarsi. La Legge Regionale Spettacolo n.06 del 2004 e i successivi strumenti di attuazione, tra cui in primis il Regolamento n.11/2007, che è bene ricordare sono stati il frutto di una intensa concertazione tra l’amministrazione regionale, l’Agis e gli altri stakeholders istituzionali, hanno consentito in dieci anni la creazione di un articolato “sistema dello spettacolo pugliese”, fondato su norme certe e trasparenti, che richiamano sotto alcuni profili la regolamentazione ministeriale.

 

In questi dieci anni di applicazione, i soggetti dello spettacolo hanno acquisito una buona capacità di utilizzare nel migliore dei modi la regolamentazione regionale, segnalando tramite l’Agis, loro ente di rappresentanza, aggiustamenti che hanno portato nel corso degli anni a modifiche (più che altro del Regolamento).  In questi anni, nei quali l’obiettivo è stato quello di costruire  un sistema regionale dello spettacolo,  si è messa a fuoco l’importanza della valutazione della progettualità futura dei soggetti/imprese  a partire dalla considerazione dei dati consuntivi rendicontati, così da garantire che le risorse siano indirizzate nei confronti di quegli operatori in grado di comportarsi sempre più come imprese produttive, cosi come richiede la vigente regolamentazione comunitaria entrata in vigore nel 2014 con il Regolamento UE 651.

 

 

Ma dopo la messa fuoco non sempre ne è seguito lo  scatto. Oggi, anche per la riduzione delle risorse pubbliche (ministeriali, regionali e degli enti locali), alla luce dell’esperienza sicuramente importante di questi anni, occorre anzitutto e come naturale conseguenza di questa mancata stabilizzazione, ripensare anzitutto il Regolamento regionale affinché attraverso nuove norme si possa garantire il consolidamento del “sistema dello spettacolo pugliese”, oltre alla promozione costante dei nuovi soggetti e prevedere, per quanto possibile, l’auspicabile evoluzione della normativa statale, con riferimento alla concertazione Stato/Regioni  sull’ammontare  e  sulla destinazione  dei rispettivi interventi finanziari.

 

 

Difatti, la nuova normativa regionale dovrebbe tener conto del quadro nazionale,  in attesa di    Leggi Quadro per il cinema e per lo spettacolo dal vivo, che definiscano anche  la materia concorrente fra Stato e Regioni, sebbene ci si aspetti  motivatamente un cambio importante al sistema spettacolo nazionale, già grazie al recente D.M. del 1 luglio 2014 “Nuovi criteri per l’erogazione  del Fondi Unico Spettacolo” e s.m.  che tuttavia riguarda esclusivamente lo spettacolo dal vivo.

 

Il nuovo decreto ridimensiona la storicità come criterio di valutazione principe, in questo modo restituendo chance anche ai soggetti giovani, puntando l’attenzione sui progetti da sostenere per un arco temporale importante, ovvero per tre anni, assicurando in questo modo maggiore stabilità alle progettualità che verranno comunque valutate di anno in anno. Ciò dovrebbe aiutare l’azione richiesta a gran voce dalle parti sociali maggiormente  rappresentative degli operatori (Agis in primis)  di “scardinare” un sistema bloccato ormai da troppi anni, incapace di registrare le tante novità dello spettacolo italiano, e quindi pugliese, ma allo stesso tempo di stabilizzare quelle realtà di spettacolo che da decenni restituiscono gli investimenti pubblici al territorio anche in termini di gettito erariale e che, allo stesso tempo, sono vessati da una fisco pesante, specie per gli operatori privati che gestiscono i luoghi di spettacolo.

 

Dunque anche a seguito del riconoscimento, operato con Legge n.134/2012, della qualifica di micro, piccola e media impresa per gli organismi di spettacolo costituiti in forma di impresa, è di fondamentale  rilievo ripensare il sistema anche a livello regionale. D’altronde, la questione più importante e decisiva con la quale ci interfacciamo è certamente quella della combinazione negativa fra riduzione delle risorse pubbliche e  per certi aspetti l’obsolescenza della normativa. A maggior ragione ci sembrano utili anche adeguate politiche di defiscalizzazione degli investimenti e incentivi nei bandi che valorizzino le scelte in innovazione delle imprese culturali.

 

 

 

Non possiamo trascurare un intervento di revisione dei  fondi regionali ordinari a sostegno del settore della cultura e spettacolo, ed in particolare ci si riferisce ad un serio rifinanziamento del Fondo Unico regionale spettacolo previsto dalla legge, affinchè sia riportato ai livelli di qualche anno fa ovvero a circa 7- 8 milioni di euro degli anni 2007-2008, considerato che l’ultimo impegno di spesa a bilancio è pari da anni a poco meno di 3 milioni di euro.

 

Nel contempo, per un utilizzo più virtuoso delle risorse ci sembra indispensabile l’attuazione e revisione di alcuni strumenti previsti dalla legge ma mai attuati, come fondi di garanzia e rotazione. Difatti, i tagli al settore, sono solo uno dei problemi che riguardano l’economia che ruota intorno a queste microimprese ed al loro lavoro. Infatti, la vera minaccia che ne mina la sopravvivenza sono i tempi estremamente lunghi con cui le risorse, già tagliate, sono rese disponibili. Gli effetti del patto di stabilità sul settore sono nefasti.

 

I nuovi soggetti della microimpresa culturale non hanno una capacità di  anticipazione infinita e le banche danno scarsa o nessuna fiducia ad essi. A tale proposito, sembra ormai indispensabile il finanziamento del Fondo di Garanzia – previsto dalla legge regionale per lo spettacolo n.6 del 2004

–  da intendersi sia come fondo di rotazione che consenta l’anticipazione dei contributi alle

imprese di spettacolo, e sia come riconoscimento del valore di impresa di un settore in grado di mettere a garanzia degli investimenti non immobili ma il proprio capitale umano.

 

Ma ancora ci preme suggerire che alla crescita, talvolta alla moltiplicazione, dei soggetti e dei progetti afferenti le attività di cultura e spettacolo deve corrispondere un incremento dell’apparato amministrativo regionale solitamente dedicato al settore. Al rispetto dell’impegno per la realizzazione delle attività poste in essere deve corrispondere il rispetto di una tempistica “misurabile” o certa per il saldo dei contributi.

 

Di qui l’auspicio che venga raccolta davvero la sfida di considerare la spesa per la cultura un investimento e non spesa corrente – ogni anno soggetto alla mannaia dei tagli senza che si possa provvedere ad una programmazione quantomeno triennale – e che come tale sia considerato a tutti i livelli dalla pubblica amministrazione. Gli operatori della cultura e dello spettacolo non sono dei giovani perenni che divertono e si divertono, sono lavoratori che talvolta divertono, ma che – di questi tempi – non si divertono affatto nel restare senza stipendio per tanti mesi.

 

In questo quadro, che presenta quindi tante positività ma anche tante criticità di un sistema che, se affrontate, potrebbero fare di questo settore accanto al turismo e alla valorizzazione dei beni culturali il vero volano delle economia pugliese, il sapiente utilizzo  dei prossimi fondi europei

 

 

2014-2020, probabilmente gli ultimi utili fino al 2022, diventa realmente strategico affinchè siano utilizzati in maniera  complementare  e  non  sostitutiva  dei fondi  ordinari,  con  la  mission  precisa  che  tali investimenti favoriscano il più possibile  la crescita diretta di quelle imprese che dimostrino non solo la capacità di meritare il sostegno pubblico – per il valore sociale intrinseco alle loro attività al pari di altri beni primari quali ambiente, scuola e sanità (cosi come ampiamente riconosciuto da padri della nostra cultura quali Strehler e Paolo Grassi) – ma anche di potersi sostenere attraverso risorse proprie, in primis attraverso lo sbigliettamento indice di   gradimento del pubblico. In questo contesto essenziale può essere il ruolo dei soggetti partecipati a titolarità regionale del settore affinché il loro impegno si traduca in servizi nei confronti degli operatori e del territorio.

 

Ed ancora, senza nulla togliere agli eventi, che talvolta portano comunque lavoro per tutto l’anno e che hanno fatto conoscere ed apprezzare il brand Puglia nel mondo, ci sembra indispensabile investire sempre più su quelle progettualità che riescono a coinvolgere il sistema economico, le risorse umane ed il pubblico durante un intero anno. Cosi come ci sembra davvero indispensabile che i prossimi fondi strutturali europei siano destinati non solo a sostegno delle attività di spettacolo in tutte le sue componenti  di cinema, prosa, musica, danza e spettacolo viaggiante, ma anche dei luoghi di spettacolo a gestione privata, quali i cinema e i teatri, per favorire la riqualificazione  delle  attività  anche  attraverso  la  riqualificazione  delle  strutture  stesse, anche questo intervento previsto dalla legge regionale spettacolo ma mai finanziato.

 

In questo contesto e in termini più generali serve una visione più organica tra gli Enti Pubblici  sugli strumenti legislativi e di sostegno disponibili per il settore e di prossima emanazione.

Nello specifico, è indispensabile che si avviino al più presto le procedure necessarie con la UE in materia di Aiuti di Stato, con riferimento ai bandi regionali atti a finanziare interventi sostenibili con i fondi strutturali 2014-2020  ed ascrivibili ai settori cultura in generale, spettacolo e audiovisivi  nello specifico come identificati agli artt.  53 e 54 del Regolamento UE n.651 del 2014, affinchè tali interventi non siano compresi tra le misure in regime di “de minimis”, che con l’attuale tetto  limita molto le reali possibilità di investimento delle PMI e microimprese di settore. Ciò produrrebbe un effetto “volano” importane sulle imprese creative che sarebbero messe nelle condizioni di utilizzare anche le risorse previste dallo Stato rendendo più efficaci gli interventi Regionali.

 

Cosi come maggiore attenzione va prevista a sostegno della rete di giostre e luna park, sempre più una forma di spettacolo in via di estinzione le cui norme nazionali in difesa della categoria risalenti agli anni sessanta e che prevedono che ogni Comune attrezzi un’area,  sono applicate molto poco e a macchia di leopardo per mancanza di risorse da destinarsi da parte dei Comuni per attrezzare le aree. Occorrerebbe quindi una forma di coinvestimento tra Regione e Comuni affinché questi ultimi siano messi nelle condizioni di attrezzare le aree, cosi come occorrerebbe anche per lo il mondo dei lunapark un intervento a sostengo dei loro investimenti in tecnologia e sicurezza sulle attrezzature similmente che per i luoghi di spettacolo.

 

Anche di questo, vorremmo si occupasse la futura amministrazione regionale,  per un maggiore riequilibrio negli interventi a favore dei diversi settori – favorendo i parternariati  tra pubblico e privato – supportata dal lavoro di monitoraggio e valutazione costante del sistema; impegno questo che rientra nella  competenza dell’osservatorio regionale dello spettacolo, previsto per legge regionale e che come strumento andrebbe sostenuto e riattivato affinché funzioni  come una reale cabina di regia.

 

Le osservazioni precedenti ci impongono inoltre l’opportunità di spostare l’attenzione il più possibile non solo sull’offerta ma anche sulla domanda e quindi sul pubblico attraverso azioni mirate di promozione del pubblico che siano sia interne alle progettualità dei singoli soggetti, che trasversali e che abbraccino tutti i luoghi di cultura pugliesi.

 

D’altronde a chi ci rivolgiamo quando facciamo Spettacolo? Crediamo sia questa la vera domanda che tutti coloro che fanno questo lavoro dovrebbero porsi oggi: il nodo per ricreare e riconfermare la vitalità e la necessità dello spettacolo e della cultura tout court non può che consistere in un rinnovato patto con il pubblico che è il grande vero interlocutore di tutti noi stakeholders.

 

La tecnologia attraverso azioni di audience development può in questo senso favorire un nuovo rapporto con il pubblico, perseguendo gli obiettivi di crescita della dimensione del pubblico, coinvolgimento di un nuovo pubblico, ma soprattutto conoscenza del pubblico per un approccio “bottom up” dal basso con particolare riferimento ai ragazzi in età scolare ed agli studenti universitari, in linea con la recente legge “Buonascuola” che finalmente ha inserito come proposta la didattica del cinema e dello spettacolo dal vivo nei piani formativi.

 

In sintesi, occorre potenziare le capacità tecniche, rafforzare l’accesso ai finanziamenti, supportare la creazione di reti d’impresa, sostenere le strategie di marketing culturale e territoriale, promuovere l’utilizzo di comunicazione integrata, rafforzare la presenza in campo internazionale, intensificare lo sviluppo di competenze.

Questi i principali obiettivi per un maggiore sviluppo e reale consolidamento delle imprese culturali e creative e per una sempre più qualificata offerta a favore dei cittadini pugliesi  e non solo attraverso azioni mirate di internazionalizzazione del nostro brand,  in sinergia con turismo e beni culturali.

 

Bari, 23 marzo 2016