BOTRUGNO (LE), TEMPIO CREMATORIO. TREVISI (M5S) PRESENTA INTERROGAZIONE: “LA REGIONE COLMI IL VUOTO NORMATIVO”

Il progetto del Tempio crematorio di Botrugno è quello di un impianto che a regime dovrà soddisfare le province di Lecce, Brindisi e Taranto, ma riceverà salme anche dalla Calabria e dalla Basilicata, arrivando a 1500 cremazioni in un anno. Il bando prevede un introito per le casse comunali del 4% sul ricavo dell’azienda, per una base minima di 15mila euro. In data 05 marzo 2015, è pervenuta, al Comune di Botrugno, una proposta di realizzazione di un tempio crematorio all’interno del cimitero comunale da parte delle ditte Altair s.r.l. e Edilver s.r.l. di Domodossola (VB) e Futurecrem s.r.l. di Ruffano (LE) e la Giunta Comunale ha deliberato di condividere la proposta di realizzazione del tempio, dichiarandola di pubblico interesse ed ha deciso di andare avanti nonostante le numerose proteste di associazioni e cittidini.

Si esprime nuovamente in merito il consigliere regionale M5S Antonio Trevisi, che ha depositato, il 15 Febbraio un’interrogazione indirizzata all’assessore all’Ambiente Domenico Santorsola, e all’assessore alla Pianificazione Territoriale Anna Maria Curcuruto: “E’ necessario sapere in che modo la Regione intenda colmare il vuoto normativo in materia, poiché la Legge Regionale  n. 34 del 2008, e le successive integrazioni e modifiche, non contengono disposizioni riguardanti la costruzione degli impianti in cui tali cremazioni dovrebbero avvenire. Vista la mancanza di una specifica legge regionale è utile chiarire in che termini è stato rilevato l’impatto ambientale generato dall’impianto, e se la Regione conosce e condivide quanto scritto dal Comune di Botrugno, nel progetto preliminare nel quale si precisava che mancando una normativa apposita l’impianto non avrebbe prodotto impatti ambientali importanti. E’ necessario che la Regione intervenga sulla Valutazione di Impatto Ambientale, il territorio pugliese è riconosciuto come ad alta insorgenza tumorale, e la presenza del tempio crematorio, per un periodo di 30 anni  potrebbe aggravare  la situazione”.