Caporalato, Abaterusso: “Un fenomeno che non può più essere accettato”

Nota del Consigliere regionale del PD, Ernesto Abaterusso.
“È solo con una nuova cultura del lavoro, con controlli seri e garantendo la corretta applicazione delle leggi già esistenti che si può realmente dare una svolta al triste fenomeno del caporalato. Le condizioni in Puglia ci sono tutte, a cominciare dalla legge regionale 28/2006, premiata a livello europeo perché considerata all’avanguardia in tema di politiche di integrazione e di contrasto allo sfruttamento dei lavoratori immigrati, ma che ad oggi non ha trovato ancora la piena applicazione.
Mi chiedo: che fine ha fatto quella legge? Perché non ci impegniamo tutti per far sì che quanto contenuto in quel testo trovi la giusta attuazione?
Questa è la strada da seguire se vogliamo realmente tutelare i lavoratori, combattere il fenomeno e salvaguardare così i nostri prodotti, la nostra filiera e il nostro made in Italy.
Sto presentando un’interrogazione in Consiglio regionale per conoscere le misure che la Giunta intende mettere in campo per contrastare la piaga del lavoro nero nei campi e impedire così che anche la prossima estate sia segnata da un susseguirsi di episodi incresciosi.
Perché se è vero che i prodotti agroalimentari costituiscono un biglietto da visita della Puglia nel mondo è inaccettabile allora parlare di eccellenze quando queste non sono frutto del rispetto della dignità delle persone e del loro lavoro.
Abbassare la guardia o, peggio ancora, restare immobili davanti a una piaga come quella del caporalato è impossibile, soprattutto se pensiamo alle proporzioni che il fenomeno sta raggiungendo. Né possiamo permetterci di manifestare indignazione solo quando le cronache ci raccontano delle morti nei campi o delle condizioni disumane che caratterizzano il lavoro di molti extracomunitari per poi, un attimo dopo, far cadere tutta la rabbia nel dimenticatoio.
Si tratta di una questione di civiltà che non può più essere rimandata, soprattutto se pensiamo che il caporalato colpisce duramente sia la nostra economia che il nostro tessuto sociale”./comunicato