Consiglio regionale. “Liquidazione Fondazione S.Raffaele”. Rispondono Morgante ed Emiliano

Il consigliere Luigi Morgante ha presentato una interrogazione all’assessore Raffaele Piemontese su “Documentazione relativa alla liquidazione della Fondazione San Raffaele del Mediterraneo”.
“Nel 2010 fu sottoscritto un atto di costituzione pubblico per la realizzazione di un nuovo ospedale – spiega il consigliere Morgante – Questo atto costitutivo fu sottoscritto dall’allora Presidente Vendola, dal dottor Colasanto, che era il direttore generale della ASL di Taranto, e, per la Fondazione San Raffaele di Milano, dal dottor Vito Santoro, con la presenza del Sindaco di Taranto e dell’assessore al bilancio Pelillo. Questo investimento previsto era di circa 220 milioni di euro, di cui 120 messi a disposizione dalla Regione Puglia attraverso i fondi FAS.
Come ricordiamo, nel 2011 ci fu lo scandalo del San Raffaele, uno scandalo che coinvolse tutte le strutture per una fase debitoria di oltre quasi 1 miliardo di euro e fra l’altro morì don Verzè. Il presidente Vendola perseguì nonostante tutto la realizzazione di questo progetto. Solo nel gennaio 2012 la Regione ha fatto atti consequenziali di annullamento di tutte le delibere che riguardavano la procedura della realizzazione del San Raffaele. In questo lasso di tempo, sono stati dati circa 4,2 milioni di euro per una serie di attività che poi sono risultate vane. Ci fu anche una delibera che imponeva ai consiglieri di amministrazione di verificare che tutti gli acconti erogati fossero restituiti. In tal senso ho chiesto tutta la documentazione, ma mi sono state fornite soltanto due reversali, una per 3 milioni di euro e l’altra per 350.000 euro, mancano all’appello circa 850.000 euro di reversali.
L’assessore Piemontese ha sottolineato che questo settore non appartengono alle competenze dell’assessorato al bilancio. Tuttavia gli uffici sono stati in grado di fornire delle risposte adeguate. Le vicende con riferimento alle quali è posta l’interrogazione da parte del consigliere Morgante sono relative al periodo 2009-2012 allorquando la Regione, facendo apposita proposta di sperimentazione gestionale ex articolo 9-bis del decreto legislativo n. 502/1992, avanzata dalla Fondazione San Raffaele del Monte Tabor di Milano costituiva insieme a detta Fondazione in associazione con l’ASL di Taranto una nuova Fondazione denominata San Raffaele del Mediterraneo per lo sviluppo nel territorio ionico di un centro dedito alla ricerca scientifica ed assistenza biomedica tanto anche nel più generale quadro della riqualificazione della rete ospedaliera. Il Finanziamento di detto progetto veniva assicurato a valere sul PAR-FAS, Linea 3.1 e le relative risorse anche al fine di assicurare il celere avvio delle attività venivano anticipate dalla Regione nella misura massima di 60 milioni di euro, con stanziamento dell’avanzo di amministrazione del rendiconto regionale per l’esercizio 2009.
Con atto dirigenziale numero 17 del 7 febbraio 2011 il dirigente del servizio programmazione e politica dei fondi strutturali per un verso provvedeva ad approvare disciplinare per la regolazione dei rapporti fra Regione Puglia e Fondazione San Raffaele del Mediterraneo per altro impegnava, liquidava e autorizzava all’erogazione del primo acconto per un ammontare pari ad euro 4,2 milioni di euro. Successivamente a tale data, la Fondazione, i cui organi erano stati nominati dalla Regione Puglia con delibera di Giunta regionale n. 331/2010 e successive modifiche e integrazioni, avviava le attività per le quali era stata costituita attingendo alla prima tranche di fondi concessi dalla Regione come innanzi indicata. In detto contesto veniva allestita una sede operativa in Taranto provvedendo ai relativi arredi e all’acquisto di strumenti informatici; venivano attivati contratti con personale, utenze e quant’altro ritenuto necessario e funzionale alla realizzazione degli interventi programmati. Tutto questo avveniva nei limiti dei poteri gestori propri degli organi amministrativi e di controllo della Fondazione. Il 23 settembre 2011, presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Milano veniva presentata istanza di fallimento nei confronti della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor originata da grave condizione di dissesto economico e squilibrio finanziario. Detta istanza esitava nell’ammissione al concordato preventivo il cui piano prevedeva la cessione degli asset core ad apposita NewCo da cedere a terzi mediante asta pubblica.
In detto quadro, venendo meno la peculiarità e l’infungibilità del soggetto promotore della sperimentazione gestionale Fondazione San Raffaele, la Regione Puglia, con delibera di Giunta regionale n. 104 del 23 gennaio 2012, decideva di avviare il provvedimento di revoca dei precedenti provvedimenti con i quali era stata costituita la fondazione e avviata la sperimentazione gestionale.
Successivamente, con delibera di Giunta n. 1545 del 27 luglio 2012, la Giunta regionale concludeva il procedimento di revoca, fissando le modalità per la liquidazione della fondazione e nominando i liquidatori. Tutti i relativi atti sono stati oggetto di pubblicazione.
In data 15 luglio 2013, come da protocollo in atti, a seguito della consegna delle utilitas dell’introito delle somme non utilizzate da parte della Regione nella consegna del bilancio finale di liquidazione, i liquidatori comunicavano la conclusione della fase di liquidazione. Al riguardo, corre l’obbligo di evidenziare che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, nell’ambito del procedimento n. 36/9459/2013 ha formulato ordine di esibizione e consegna della documentazione in atti presso la Regione Puglia, successivamente restituito in data 11 maggio 2015. La relativa documentazione è, pertanto, custodita in atti presso la Sezione Controlli. Non si ha notizia degli esiti delle indagini circa la cancellazione della fondazione dal registro presso la Prefettura di Taranto. Si ha notizia certa che l’istanza di cancellazione sia stata presentata. Non si ha notizia dell’avvenuta cancellazione.
I contenuti della presente risposta e lo stato della procedura, come peraltro risultante da atti amministrativi pubblicati sul sito istituzionale dell’Ente Regione, le delibere di Giunta regionale nn. 2039/2018, 1447/2009, 2299/2009, 28/2010, 1880/2010, 331/2010, 104/2012 e 1545/2012 sono già state illustrate all’interrogante nel corso di un incontro presso gli uffici del Consiglio regionale da egli stesso richiesto nello scorso mese di ottobre.
Successivamente il consigliere Morgante ha formalizzato la richiesta alla Sezione Controlli, nota protocollo dell’11 novembre 2015, al fine di acquisire copia della documentazione innanzi indicata. A tale richiesta si è dato riscontro con nota protocollo n. 812/2015 della Sezione Controlli, trasmessa a mezzo PEC all’indirizzo morgante.luigi@consiglio.puglia.it in data 16 dicembre scorso, nei giorni successivi reiterata su indirizzo di posta ordinaria. In detta circostanza è stato trasmesso: copia delle comunicazioni relative alla restituzione degli acconti ricevuti a valere sui finanziamenti concessi; copia del verbale di consegna delle utilitas. Nella medesima nota di riscontro è stato inoltre evidenziato che la documentazione relativa alle utilities elencate nel verbale di consegna delle medesime, data l’ingente mole, veniva resa disponibile presso la Sezione Controlli e che la medesima era altresì disponibile presso l’Area gestione tecnica dell’ASL di Taranto.
Al consigliere Morgante ha risposto anche il presidente Emiliano:
Esistono molte vicende rispetto alle quali anche io avrei, per istinto antico, desiderio di fare un approfondimento. Sono centinaia, forse migliaia. Però devo trattenermi dal fare questo tipo di lavoro. Suggerisco però, in questi casi, di seguire bene le vicende giudiziarie, eventualmente fornire all’autorità giudiziaria – come, per esempio, abbiamo fatto nel caso del ciclo dei rifiuti di Brindisi − tutti i documenti che riteniamo utili alla ricostruzione dei fatti e, laddove non vi fosse un’indagine penale in corso, almeno per quello che ci risulta, addirittura trasmettere la notizia di reato, cosa che si può fare con prudenza. Bisogna agire sempre con misura. Nel caso di specie, se lei ritiene che ci siano dei fatti, delle circostanze utili a ricostruire meglio fatti di natura penale e pensa che io li debba prima verificare e poi trasmettere, sono a sua disposizione. Se, viceversa, lei ritiene che ci siano dei fatti specifici non chiariti dagli accertamenti in sede amministrativa, che pure sono rilevanti, sono egualmente a sua disposizione.