Cr, comparto viti-vivaistico pugliese: Di Gioia risponde a Congedo

All’interrogazione del consigliere di CoR Saverio Congedo sulla “Problematica del comparto viti-vivaistico pugliese” ha risposto l’assessore all’agricoltura Leo Di Gioia.
“In particolare l’interrogazione era circoscritta – ha detto Congedo – ad una sotto problematica che è quella del comparto vito-vivaistico pugliese, in quanto, la Commissione europea, con decisione n. 789 del 2015, che conteneva misure di contrasto alla Xylella, per evitare la diffusione del batterio, aveva previsto un elenco in cui venivano indicate una serie di specie vegetali sensibili al batterio, tra cui compariva anche la vite. Successivamente, anche con un lavoro effettuato dall’Assessorato all’agricoltura, il Comitato fitosanitario ha rivisto questa posizione consentendo la movimentazione delle cosiddette ‘barbatelle’ previo trattamento di termoterapia”.
Alla richiesta di Congedo di sapere a che punto è lo stato dell’arte per quanto riguarda la possibilità di dotare gli operatori di macchinari specifici per il trattamento, l’assessore Di Gioia ha risposto che si sta continuando a studiare per dimostrare le ragioni della non razionalità del provvedimento che impone la sospensione anche della commercializzazione della vite.
Per l’acquisto delle macchine – ha precisato l’assessore Di Gioia – è stata elaborata una serie di studi, anche con i titolari dei vivai, per capire se questo non si potesse trasformare anche in un’opportunità commerciale per quel settore. Da un’analisi fatta, è emerso che l’aspetto più utile e importante era l’acquisto di macchinari un po’ semplificati rispetto a quelli che costano 150 o 180 mila euro. Quattro macchinari sono in arrivo e saranno finanziati con risorse autonome dei Consorzi dei vivaisti. Abbiamo semplicemente cercato di tenere all’interno di questo meccanismo anche coloro i quali, in una prima fase, non avevano aderito a questa iniziativa.
Contemporaneamente, con il Caramia – ha proseguito Di Gioia – è stata fatta una riunione del comitato scientifico nella quale l’Istituto ha proposto di utilizzare una serie di risorse oggi disponibili per sperimentare le modalità di utilizzo e i protocolli disciplinari per l’utilizzo delle macchine, perché bisogna certificare e capire come la Regione e i funzionari devono presiedere a questo ciclo produttivo di lavaggio. Quindi, bisogna comunicare che la modifica è compatibile all’interno del progetto della convenzione originariamente stipulata, facendo quindi le modifiche consequenziali e dando modo di testare anche scientificamente i protocolli. Diversamente – ha concluso l’assessore – avere le macchine e non sapere se questo è spendibile come processo di lavaggio e quindi di sterilizzazione sarebbe stato ulteriormente grave”.