“Ieri – prosegue – eravamo chiamati a fare valutazioni sulle tensioni tra Grecia e Ue, oggi ci troviamo a commentare il referendum su Brexit: mi sembra che ci sia un problema di tenuta e che tutti i governi, italiano compreso, incontrino da tempo troppe difficoltà a misurarsi nel contesto europeo e nella costruzione di una piattaforma comune, che sia reale, effettivamente utile ai cittadini”.
“Non bisogna neanche trascurare – continua Stefàno – i sempre più frequenti timori sull’incertezza economica: l’Ocse, per esempio, ha tagliato le stime di crescita del Pil dell’Eurozona, FMI e BCE hanno già reso note le loro preoccupazioni sulle previsioni economiche, così come ha fatto anche l’ex Presidente della Commissione Europea Romano Prodi, qualche giorno fa, invocando un vertice internazionale per discutere con urgenza temi economici e politici”.
“A ciò si sommano altri problemi, come il fenomeno delle migrazioni, che purtroppo contribuiscono a moltiplicare, nei vari Paesi membri, iniziative isolate, scollegate e sfilacciate e svelano l’incapacità di un’azione comune nella ricerca di soluzioni ai problemi che hanno a che fare con il futuro del vecchio continente” .
“Non è tempo – conclude Stefàno – di attaccare questo o quel leader politico, questo o quel Paese, né di limitarsi a tenere caldo l’alibi di un’Europa pigra e dall’approccio burocratico. Abbiamo impellente bisogno di capire dove stiamo andando”.