“In una regione che aveva appena registrato un boom turistico significativo nella scorsa stagione estiva, che si sta battendo con successo per la destagionalizzazione di stabilimenti e lidi per gran parte dell’anno, in considerazione del clima favorevole e del sempre maggiore appeal – anche internazionale – determinato da una nutrita serie di fattori, dall’arte all’enogastronomia, dalla natura alla qualità dell’ospitalità, al numero di strutture d’eccellenza tali da richiamare eventi di eccezione a livello mondiale e dall’indotto considerevole, l’autorizzazione sconcertante per perforazioni in prossimità delle isole Tremiti non poteva bastare al Governo nazionale. Perché colpire e rischiare di compromettere e distruggere soltanto un incantevole ecosistema marino, quando l’intera costa pugliese presenta numerose altre perle, dall’Adriatico allo Jonio, di assoluta bellezza e irresistibile richiamo? Ecco quindi il ‘parere positivo con prescrizioni’ del Comitato Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente – in attesa del via libero definitivo del Ministero per lo Sviluppo Economico – a quattro nuove multinazionali alla ricerca di idrocarburi dal Gargano a Santa Maria di Leuca, 16.300 kmq di natura pressoché incontaminata, di mare cristallino e con una fauna marina altrettanto considerevole e suggestiva. Ma analoga considerazione da parte del Governo meritava la costa jonica, l’intero golfo di Taranto, l’area marina protetta di Porto Cesareo, Gallipoli, Ugento, e nel complesso tutti i 24 Comuni del basso Salento invasi negli ultimi mesi da richieste di prospezioni alla ricerca ossessiva di petrolio. Prospezioni che, è il caso di ricordarlo, sono condotte utilizzando la tecnica dell’airgun, che generando onde sismiche si rivela letale per la fauna marina.
l'AlterBlog di Ruben Rotundo