Polizia, un arresto e tre denunce tra Andria e Barletta

Ieri notte, ad Andria, la Polizia di Stato ha tratto in arresto in flagranza di reato un uomo di 46 anni resosi responsabile dei reati di tentata estorsione, minacce gravi, maltrattamenti in famiglia. L’uomo ha minacciato ed aggredito la propria madre, una donna di 74 anni, per ottenere somme di denaro da utilizzare per l’acquisto di sostanze stupefacenti ed alcolici.

L’anziana, che già nel pomeriggio aveva subito violenze e minacce dal figlio, ha contattato telefonicamente i poliziotti in servizio presso il locale Commissariato di PS chiedendo aiuto poiché  l’uomo si era ripresentato presso la sua abitazione e stava tentando di  sfondare la porta d’ingresso con calci e pugni. L’arrestato è stato ristretto presso la Casa Circondariale di Trani a disposizione dell’A.G..

 

Nella giornata di ieri, a Barletta, la Polizia di Stato ha denunciato in stato di libertà tre persone ritenute responsabili di aver commesso i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Si tratta di un cittadino marocchino di  26 anni ed una 23enne di Barletta, entrambi con precedenti di polizia, e di un uomo di 40 anni, anch’egli barlettano, incensurato.

A seguito di una intensa attività d’indagine, gli agenti del locale Commissariato di PS hanno individuato un’abitazione, in via Vittorio Veneto, ove si verificava una costante affluenza di uomini che entravano nell’appartamento e si intrattenevano per circa venti minuti. Entrati nell’abitazione, gli agenti hanno sorpreso una cittadina magrebina, clandestina, che riceveva i propri clienti ed elargiva delle prestazioni sessuali. Contestualmente, con le stesse modalità, altre due donne di origini magrebine svolgevano la medesima attività in un appartamento ubicato in via Magenta. Nelle due abitazioni, sottoposte a perquisizione, sono stati rinvenuti e sequestrati  sei telefoni cellulari utilizzati per fissare gli appuntamenti, la somma di Euro 1.100 in contanti e tre agende su cui venivano registrati gli incontri. I tre denunciati gestivano l’attività mediante l’affitto degli appartamenti, la prenotazione degli appuntamenti, la gestione del denaro incassato e la ricerca di giovani donne da reclutare.