Qualità della vita, Blasi: “Rimbocchiamoci le maniche per un Salento migliore”

Una nota del consigliere Sergio Blasi (Pd)

“Sappiamo che la classifica del Sole24ore è solo una delle possibili modalità con le quali possiamo misurare come si vive davvero nei vari territori d’Italia. Ma di certo non fa piacere scoprire che il più autorevole quotidiano economico collochi il Salento sul fondo della classifica della qualità della vita. Se vogliamo fare i conti con la realtà dobbiamo considerare le carenze che la ricerca del Sole24ore ci indica come altrettante sfide per migliorarci.

C’è per esempio il grave deficit sulla dotazione di asili nido, sul quale è fondamentale investire. Lo diciamo da anni, ma questa opera di infrastrutturazione sociale a beneficio soprattutto delle madri lavoratrici e dei padri lavoratori non è stata ancora compiuta. C’è il capitolo sull’ambiente, che vede il nostro territorio gravemente inquinato dagli ecomostri di cui ci siamo fatti carico nei decenni passati, e che è un dovere riconvertire a modalità produttive più sostenibili e da un sistema di trasporto pubblico che va rivoluzionato investendo sulla metropolitana di superficie, in grado di sostituire il traffico e l’inquinamento delle automobili.

C’è il capitolo dell’economia che vede, nonostante i continui proclami, la provincia di Lecce gravemente in ritardo sulla percentuale di produzioni locali che vengono esportate: siamo una economia ancora troppo chiusa su sé stessa e senza un investimento nelle nostre produzioni locali e su politiche economiche rivolte al dialogo con i nuovi mercati emergenti, resteremo un popolo, come sottolinea ancora la ricerca del Sole, i cui giovani sono destinati all’emigrazione, anche per il bassissimo tasso di occupazione.

Va ancora troppo male, qualunque cosa affermi il sindaco di Lecce, la spesa dei turisti stranieri nelle nostre località. E ciò perché, nonostante l’attitudine di molta classe politica, come lo stesso Perrone, a vantare prestigio e riconoscimento internazionale, nelle nostre città i turisti stranieri sono scarsamente assistiti, gli operatori, a partire dalle pubbliche amministrazioni, non parlano le lingue straniere e non riescono a stabilire un rapporto duraturo con chi visita il Salento.

La bassa prestazione sul fronte della sicurezza, in particolare estorsioni e rapine, ci mostra poi quanto ancora ci sia da fare e da denunciare sul fronte della lotta alla criminalità organizzata, la quale, come le recenti indagini della magistratura dimostrano, è presente e riesce a stabilire rapporti con amministratori pubblici.

Tutto ciò produce, inevitabilmente, un tenore di vita basso, anzi bassissimo, dovuto in primis dalla carenza di infrastrutture di cui soffre il Salento e dunque dell’impossibilità di comunicare con il mondo.

Da parte mia accolgo questa classifica non certo come il Vangelo, ma certamente come una ulteriore indicazione sui campi e sui temi sui quali bisognerà lavorare nei prossimi anni. La retorica del sole, del mare e del vento non deve mai essere usata dalla politica per evitare le proprie responsabilità. C’è, invece, bisogno di rimboccarsi le maniche, non solo per riguadagnare posizioni, ma soprattutto per rendere il Salento un posto davvero migliore in cui vivere”. /com