Consiglio regionale: il dibattito sul RED

Ignazio Zullo (CoR). La dignità può arrivare solo da reddito da lavoro. E su questo noi abbiamo voluto incentrare la nostra attività consiliare nella Commissione e in quest’Aula. Siamo in un sistema debole che ha bisogno di interventi strutturali e non di forme assistenzialistiche. In tutti questi anni di governo, il centrosinistra ha contribuito ad affamare e ad impoverire, attraverso l’aumento della tassazione, l’introduzuione di leggi farraginose, i cittadini pugliesi che adesso dice di voler sostenere. Non resteremo in silenzio ad assistere a quella che si prefigura come una gara tra giunta regionale e Governo Renzi. Per questo motivo abbiamo presentato una serie di emendamenti che si basano su un concetto basilare: chi beneficia di un sostegno economico, deve corrisponderlo alla collettività in termini di lavoro. Siamo però consapevoli che si tratta di proposte non condivise dalla maggioranza, dal momento che ci troviamo su posizioni diametralmente opposte. Tuttavia chiediamo che sia accolto almeno quello che richiama l’articolo 1 della Costituzione, secondo cui la Repubblica italiana si fonda sul lavoro.

De Leonardis (Area popolare). In relazione al disegno di legge che stiamo affrontando quest’oggi mi sembra giusta e opportuna la considerazione che si tratta probabilmente della prima legge politica di questo Governo, perché affronta in maniera completa, una riforma del settore dei servizi sociali e in sostanza rappresenta tutte quelle azioni che il Governo regionale vuole mettere in campo da qui a qualche tempo per contrastare la povertà e la disoccupazione, per dare risposte ad un forte disagio sociale. Abbiamo oggi la possibilità di dare 600 euro a famiglia che ha un ISEE di 3.000 euro. Non siamo insensibili al grido di dolore che arriva dalla società pugliese, ma non illudiamoci che questa misura possa essere la soluzione del problema occupazionale del nostro territorio. Cerchiamo di far sì che questi soldi arrivino effettivamente e non vadano persi.

Michele Mazzarano (Pd). La Puglia non è stata l’unica Regione ad anticipare un provvedimento nazionale e soprattutto non c’è stato un intento di conflittualità con il Governo Renzi. Noi stiamo provando a dare il nostro contributo, che non è in contraddizione dal punto di vista costituzionale con quanto emanato dal disegno di legge delega sulla povertà del Governo nazionale con le prescrizioni presenti nei commi da 386 a 390 della legge di stabilità, che di fatto la Puglia sta attuando persino con una capacità anticipata. Stiamo provando a fare quello che le Istituzioni tutte dovrebbero fare in questo momento: guardare a quella parte della società che non solo è la più debole, la più fragile, la più indifesa; guardare a quella parte della società dove più a rischio è la democrazia, dove più a rischio è l’allontanamento dalle Istituzioni. Il tema non è la contrapposizione tra chi vuole il lavoro come strumento di elevazione della dignità umana e chi invece pensa che siano le prebende. Qui il problema è provare a far uscire in modo attivo e non parassitario quante più famiglie e quante più persone possibili dall’area grigia, difficile, di una cittadinanza che non c’è, di un’inclusione sociale che non si riconosce per fare in modo che queste persone acquisiscano il ruolo sociale, acquisiscano funzione nella propria comunità al servizio della propria comunità.