Consiglio regionale: la relazione di Pisicchio sul ddl “Reddito di dignità regionale”

Il disegno di legge relativo all’introduzione dello strumento del “Reddito di dignità regionale”, è stato illustrato dal presidente della sesta Commissione consiliare Pino Pisicchio.

“Si tratta di una misura attiva di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale – ha esordito Pisicchio – che si caratterizza per l’universalità, per il riferimento alle risorse economiche familiari e per la previsione di un percorso di attivazione economica e sociale dei beneficiari. Con questa legge si pongono anche le basi per la costruzione e il rafforzamento di un sistema integrato di servizi e interventi che cercano di rispondere alle domande e ai bisogni dei cittadini pugliesi in condizioni di disagio economico e sociale. Si colloca nel quadro definito dalla strategia europea per il contrasto alle povertà e si pone l’obiettivo di strutturare un sistema integrato di interventi che toccano la dimensione del benessere sociale, dell’accesso ai servizi, dell’inserimento lavorativo, della qualità abitativa, della attivazione delle comunità locali, del reddito adeguato per una vita dignitosa, del supporto per la crescita dei figli minori, del rafforzamento dei profili professionali e che trovano un tessuto connettivo nel nuovo strumento regionale di sostegno al reddito denominato ‘Reddito di dignità’ (Red)”.
“Il Reddito di dignità – ha continuato il relatore – persegue queste finalità e non duplica la misura nazionale, ma la integra nel contenuto e non vi è alcun conflitto di competenze in quanto alla Regione compete, in via esclusiva, l’organizzazione della rete degli interventi, dei servizi per le politiche sociali e per le politiche attive per il lavoro (come prevede l’art.117 della Costituzione)”.
“Red si propone di essere universalistico – ha spiegato Pisicchio – e in una prima fase di implementazione è assegnato a tutte le famiglie con risorse economiche inferiori alla soglia reddituale e patrimoniale con un ISEE di 3000 euro e in condizioni di specifica fragilità economica e sociale (giovani e giovani coppie con figli minori, disoccupati, famiglie numerose), per verificare successivamente la possibilità di estendere la platea di beneficiari. L’intervento sarà attuato mediante una procedura aperta o ‘a sportello’, supportata da un catalogo per i potenziali beneficiari che presentano domanda, con la possibilità di esprimere una opzione rispetto al tipo di tirocinio e al contesto in cui svolgerlo, rispetto alle proprie competenze e aspirazioni; da progetti di tirocinio presentati da imprese, enti pubblici e terzo settore; da una piattaforma informatica per la gestione di una procedura completamente dematerializzata e trasparente; da un’equipe multiprofessionale, composta da personale dei Comuni (Ambito territoriali) e dei Centri per l’impiego pubblici, in collaborazione con soggetti privati e del privato sociale che erogano servizi per le politiche attive del lavoro, con il compito di valutare il profilo di competenze, le domande sociali, le condizioni di fragilità economica e abitativa, di definire il patto individuale per l’inclusione attiva, abbinando tirocinante e tirocinio e monitorando lo svolgimento dei patti rispetto agli esiti e agli impatti”.
“Il trasferimento economico è quantificato – ha precisato il presidente della Commissione – fino all’importo massimo di 600euro mensili per una famiglia di 5 componenti. Successivamente tale importo potrà essere rideterminato e commisurato alla differenza tra la soglia massima e il reddito disponibile familiare”.
“Il Reddito di Dignità, già dal primo anno di applicazione – ha concluso – potrà raggiungere circa 60.000 individui a fronte di circa 320.000 soggetti in stato di povertà residenti in Puglia”.