Consiglio regionale. “Wind days”. Emiliano risponde a Galante

Il consigliere Galante ha presentato una interrogazione al presidente Emiliano su “ASL/TA in merito al sistema di allerta ‘wind-days’”
“Vorrei ricordare che «La politica della comunità in materia ambientale mira ad un elevato livello di tutela, tenendo conto della diversità delle situazioni nelle varie regioni della comunità. Essa è fondata sui princìpi della precauzione e dell’azione preventiva, sul principio della correzione in via prioritaria alla fonte dei danni causati all’ambiente, nonché sul principio di “chi inquina paga”».
Con delibera di Giunta regionale del 2012, è stato approvato il piano contenente le prime misure di intervento per il risanamento della qualità dell’aria nei quartieri Tamburi di Taranto, per gli inquinanti benzopirene, PM10, redatto ai sensi dell’articolo 9, commi 1 e 2, del decreto legislativo n. 152, per i quali l’ARPA Puglia, con il sistema di monitoraggio in suo possesso, è tenuta a segnalare i wind-days a tutte le aziende interessate, ILVA, Enipower, AMIU, Italcave, Taranto Energia, ENI raffineria, Cementir e Idrochemical, affinché mettano in atto una serie di accorgimenti per limitare la diffusione di PM10 e benzopirene.
Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono una miscela composta da diversi microinquinanti organici, tra cui il benzopirene e il policlorodibenzopidiossine. Il benzopirene nel 2008 è stato riclassificato dall’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro nel gruppo 1 come cancerogeno per l’uomo. L’ARPA Puglia, nella relazione del 4 giugno 2010, ha dichiarato che il 99 per cento circa delle suddette emissioni sono attribuite all’ILVA. Il decreto ministeriale 25.11.1994 e il decreto legislativo n. 152 fissano per il benzopirene un valore obiettivo di un nanogrammo metro cubo, calcolato come media su un anno civile. Nelle zone e negli agglomerati in cui si registri una concentrazione superiore a un nanogrammo, le Regioni sono chiamate a perseguire il raggiungimento del valore obiettivo attraverso l’adozione di misure che intervengono prioritariamente sulle principali fonti di emissione.
Presidente, la risposta fondamentale che dovrebbe darci in qualità di assessore alla sanità della Regione è finalizzata a conoscere anzitutto le modalità e le tempistiche con cui si attuerà una campagna di prevenzione utilizzando la rete di monitoraggio wind-day già utilizzata dall’ILVA affinché anche i cittadini possono essere allertati quando con determinati condizioni meteo vengono superati i livelli soglia stabiliti per legge. Le chiediamo quale piano di prevenzione si intende intraprendere affinché ci sia una riduzione/eliminazione della produzione degli IPA e dei PM10 e quali azioni intende intraprendere per tutelare la salute dei cittadini di Taranto; per conoscere attraverso quali mezzi e quali metodi il Dipartimento di prevenzione dell’ASL di Taranto intende lasciare gli avvisi quando si prevedono picchi di aria cancerogena.
Inoltre le chiedo, sempre per i poteri conferiti in materia di igiene e sanità pubblica, cosa vuole fare per cessare le emissioni delle fonti inquinanti e quindi fermare lo stabilimento ILVA di Taranto?”

Sintesi della risposta del presidente Emiliano nel merito della questione oggetto della interrogazione
“Mi sento di dire preliminarmente che considero la sua interrogazione assolutamente condivisibile dal punto di vista delle premesse. È in corso un processo presso l’autorità giudiziaria di Taranto con elementi, studi particolareggiati secondo i quali le condizioni generali si possono ridurre, a mio giudizio, a condizioni compatibili con la salute umana solo con due metodi, o cambiando completamente il sistema produttivo dell’Ilva o chiudendola. Siccome purtroppo o per fortuna – questo lo decideremo in seguito – il potere di fermare lo stabilimento dell’Ilva non ce l’ho perché, anche laddove dovessimo, come penso abbiamo a disposizione dagli atti giudiziari, rilevare che lo stabilimento Ilva è uno stabilimento che attualmente produce un inquinamento incompatibile con la salute umana, perché questo è un dato di fatto, esistono delle leggi italiane, i cosiddetti decreti “salva Ilva”, che nella sostanza danno un termine ai commissari per un adeguamento della fabbrica stessa a una AIA a sua volta normata che, secondo le aspettative del Governo, una volta realizzata dovrebbe assicurare che lo stabilimento non ha più livelli di emissione di IPA e di PM10 tali da provocare danno alla salute.