Marmo scrive a Loizzo ed Emiliano su autonomia Consiglio

Il consigliere regionale di FI, Nino Marmo, in merito alla delibera riguardante l’autonomia del Consiglio regionale, ha inviato una lettera indirizzata al presidente del Consiglio regionale Mario Loizzo e al presidente della Regione Puglia, Michele Emilano. Di seguito il testo:

“Cari Presidenti,
mentre leggevo incredulo la delibera n. 27 dell’8 febbraio scorso, questa mattina ho appreso, alle ore 7,30 dal TG di Telenorba, la stupefacente notizia che il Consiglio Regionale – improvvisamente – ha acquisito l’auspicata autonomia.
Sono sorpreso che l’Ufficio di Presidenza, la Giunta Regionale e i capigruppo, senza fiatare abbiano subìto un provvedimento la cui portata meritava un approfondimento e che invece, così, appare privo di qualsivoglia parvenza di opportunità.
Inspiegabile, quindi, sembra essere la circostanza che, a distanza di più di dieci anni dalla legge ispiratrice di questo anacronistico provvedimento, ben due legislature non se ne siano occupate e che il precedente Ufficio di Presidenza abbia invano atteso cinque anni per non veder approvato un protocollo d’intesa tra giunta e consiglio che consentisse l’avvio dell’autonomia del Consiglio senza incremento di costi incontrollati. Oggi, senza che sia intervenuta alcuna nuova norma, tale autonomia diventa cosa fatta.
Tutto sembra improvvisamente chiaro ora: è verosimile, infatti, pensare che il protocollo d’Intesa appena accennato, e a cui oggi nemmeno per cortesia istituzionale si fa cenno, veniva osteggiato (e con esso bloccati avvisi, trasferimenti e mobilità) poiché il Dirigente pro-tempore dell’Area (oggi Dipartimento) personale e organizzazione ne ostacolava l’avvio. Era bloccato tutto allora per lasciar campo libero oggi.
Si tratta, torno a dirlo, di un provvedimento anacronistico, rispetto alle disposizioni normative che nel frattempo si sono evolute. La legge regionale a cui il provvedimento fa cenno, risalente al 2004, va contestualizzata all’attualità. Nel frattempo sono intervenute le indagini della magistratura, la revisione della spesa (spending review), la Corte dei Conti … non è possibile invocare il risparmio della spesa pubblica e poi duplicare gli organi, prevedere un Segretariato del Consiglio, in luogo del Segretario, istituire l’Albo dei Dirigenti del Consiglio (come se fossero diversi dagli altri Dirigenti della Regione) strumenti contrattuali diversi, prevedere un altro OIV, con un sistema di misurazione autonomo ecc.ccc. Sono tutte operazioni che stupiscono per l’inopportunità, la violenza amministrativa, l’illogicità ma soprattutto l’assenza di motivazione e l’eccesso di potere tanto da immaginare che ogni atto conseguente possa portare con sé il crisma della nullità.
Alla luce dell’atto adottato, con le caratteristiche appena descritte, penso che la cosa più ragionevole da fare sia correggere le leggi 1//2004 e 6/2007, per renderle attuali rispetto alle forme di risparmio invocate della UE, dal governo nazionale ed anche da quello regionale prevedendo, ove possibile, forme di autonomia del Consiglio che non contrastino con l’organizzazione più complessiva dell’amministrazione stabilendo spazi comuni per evitare l’aumento di spesa pubblica, la discriminazione fra Dipendenti della stessa pubblica amministrazione e soprattutto per non porre in capo ad un unico soggetto il potere di decidere sull’intero Consiglio regionale, se non dell’ ”ente” come, forse per un refuso (?) si legge all’art. 17, comma 9 del Regolamento. Così come nel deliberato si stabilisce la creazione di tre nuove sezioni e cinque servizi. Ma si può?
Il provvedimento tanto enfatizzato da Telenorba, che non dovrebbe accontentarsi di notizie parziali predisposte da qualcuno, meriterebbe invece un approfondimento maggiore, perché il rischio, grave e serio, è gli altri organi di stampa possano mettere alla berlina l’Ufficio di Presidenza, e il CONSIGLIO intero della Regione Puglia, per le manie di grandezza di qualcuno.
Signori Presidenti, fate attenzione: c’è un accentramento di competenze su un unico soggetto che rischia di governare al posto del Consiglio regionale, che è sovrano. Vi segnalo, circostanza sfuggita a chi ha approvato l’atto, che al medesimo soggetto proponente sono demandate tutte le attività derivanti dall’adozione del Regolamento, espropriando di fatto gli altri Dirigenti del Consiglio, i Capigruppo, l’Ufficio di Presidenza e tutta la struttura amministrativa a servizio degli organi del Consiglio.
Chiedo, pertanto, alle SS.LL., sulla base degli elementi appena descritti che sia convocata una riunione, alla presenza del Direttore di Dipartimento Risorse finanziarie e strumentali, personale e organizzazione, Dr. Angelosante Albanese, del Dirigente della Sezione Personale e organizzazione, Dr. Nicola Paladino, con l’Ufficio di Presidenza e con i Capigruppo del Consiglio regionale per esaminare, nei modi e nei termini di legge ma soprattutto del buonsenso, la revoca della Delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 27 dell’8 febbraio 2016 e per valutare la modifica delle norme che disciplinano l’autonomia del Consiglio Regionale, adeguandole a criteri di economicità, efficacia, efficienza, adeguatezza, buon andamento e imparzialità previsti dalla Costituzione.
Cordiali saluti”.