“Sono certo che in Emiliano troverò terreno fertile per un immediato intervento volto ad alleviare sofferenze e disagi a queste persone che devono già fare i conti con le conseguenze fisiche e psicologiche della malattia”.
“Secondo quanto accertato – sottolinea Stea – il macchinario per la Pet Tac mobile è stato per molte settimane in riparazione e solo pochi giorni fa all’ennesimo paziente che si è messo in contatto con il Cup del policlinico hanno detto di riprovare tra un paio di settimane, ma che in ogni caso c’è sempre da fare i conti con le liste di attesa. All’ospedale di Barletta la prima data utile è al 30 marzo. In questo caso solo l’ennesimo viaggio della speranza – verso Napoli – ha messo una pezza ad una faccenda drammaticamente assurda. Naturalmente con costi aggiuntivi per le già vuote casse del sistema sanitario pugliese. Per la cronaca, a Napoli la faccenda è stata risolta in due giorni. Oltretutto secondo alcuni tecnici interpellati, con la Pet-Tac mobile del Policlinico siamo di fronte ad un vero scempio di soldi pubblici che si aggiunge ai danni per i ritardi nei percorsi diagnostici e terapeutici degli ammalati. Sin dal 2006 il Policlinico di Bari è costretto ad avvalersi di un servizio esterno per garantire la Pet-Tac, noleggiando il macchinario mobile al modico costo di 2,5 milioni di euro all’anno. Dal momento che il costo di un macchinario simile, ma più moderno e quindi soggetto a meno problemi causati dalla tecnologia obsoleta, è di circa 4 milioni di euro, è facile calcolare che finora tale servizio, per di più per niente adeguato alle necessità del territorio, sia costato quanto l’acquisto di 5 Pet fisse”. /comunicato
l'AlterBlog di Ruben Rotundo