Stea: “Pet della vergogna al Policlinico di Bari”

Spreco di denaro pubblico, ritardi che mettono a rischio la qualità delle terapie per gli ammalati oncologici e li sottopongono ad enormi disagi per il percorso diagnostico e terapeutico fondamentale per vincere la battaglia sulla malattia. “E’ la situazione, da quanto mi viene ripetutamente segnalato, con cui si scontrano giornalmente centinaia di pazienti che devono sottoporsi alla Pet-Tac nell’unità mobile, praticamente un rimorchio, che da anni staziona all’interno del Policlinico di Bari”. E’ la denuncia del consigliere della Regione Puglia (gruppo Ap-Ncd-Lista Schittulli), Gianni Stea che annuncia un’interrogazione urgente al presidente, con delega alla sanità, Michele Emiliano.
“Sono certo che in Emiliano troverò terreno fertile per un immediato intervento volto ad alleviare sofferenze e disagi a queste persone che devono già fare i conti con le conseguenze fisiche e psicologiche della malattia”.
“Secondo quanto accertato – sottolinea Stea – il macchinario per la Pet Tac mobile è stato per molte settimane in riparazione e solo pochi giorni fa all’ennesimo paziente che si è messo in contatto con il Cup del policlinico hanno detto di riprovare tra un paio di settimane, ma che in ogni caso c’è sempre da fare i conti con le liste di attesa. All’ospedale di Barletta la prima data utile è al 30 marzo. In questo caso solo l’ennesimo viaggio della speranza – verso Napoli – ha messo una pezza ad una faccenda drammaticamente assurda. Naturalmente con costi aggiuntivi per le già vuote casse del sistema sanitario pugliese. Per la cronaca, a Napoli la faccenda è stata risolta in due giorni. Oltretutto secondo alcuni tecnici interpellati, con la Pet-Tac mobile del Policlinico siamo di fronte ad un vero scempio di soldi pubblici che si aggiunge ai danni per i ritardi nei percorsi diagnostici e terapeutici degli ammalati. Sin dal 2006 il Policlinico di Bari è costretto ad avvalersi di un servizio esterno per garantire la Pet-Tac, noleggiando il macchinario mobile al modico costo di 2,5 milioni di euro all’anno. Dal momento che il costo di un macchinario simile, ma più moderno e quindi soggetto a meno problemi causati dalla tecnologia obsoleta, è di circa 4 milioni di euro, è facile calcolare che finora tale servizio, per di più per niente adeguato alle necessità del territorio, sia costato quanto l’acquisto di 5 Pet fisse”. /comunicato