Reddito di dignità, Zullo e Ventola: “Risposta parziale e assistenziale. E le ingenti risorse investite con il governo Vendola che risultati hanno prodotto?”

Oggi si chiama Reddito di dignità, ieri Cantieri di Cittadinanza e altri nomi fantasiosi. Fermo restando che il contrasto a ogni forma di povertà è un dovere per qualsiasi istituzione, a maggior ragione per una regionale, conoscere cosa hanno prodotto le misure finanziate, in modo anche cospicuo, nel decennio passato vendoliano è, per i consiglieri regionali di Conservatori e Riformisti, Ignazio Zullo e Francesco Ventola, propedeutico per procedere all’esame della legge regionale.
Per questo oggi hanno posto al presidente della Regione, Michele Emiliano, presente in Commissione per l’inizio dell’iter legislativo del provvedimento, interrogativi tesi, intanto, a conoscere i risultati degli anni passati, una sorta di resoconto di come sono stati spesi i soldi pubblici in iniziative similari che avevano lo stesso obiettivo: non assistere le famiglie povere, ma mettere un componente nelle condizioni di inserirsi nel mercato del lavoro.
“A questo scopo – ha sostenuto il consigliere Ventola – non era sufficiente rimpinguare i capitoli di spesa che sono già previsti, penso ai tirocini. Anche perché il governo nazionale si sta muovendo nella stessa direzione, nella legge di Stabilità un analogo provvedimento dovrebbe essere previsto e si rivolge esattamente alle stesse famiglie alle quali fa riferimento la legge regionale che porta la firma di Emiliano”.
Per il presidente del gruppo, Zullo, si tratta, invece, di una risposta “parziale e assistenziale” che tampona più che risolvere le reali situazioni di povertà alle quali una Regione dovrebbe rispondere con provvedimenti più organici e strutturali. “Snellire la burocrazia e ridurre la tassazione, possono sembrare non contrastare direttamente la povertà – ha concluso Zullo – ma, invece, sono provvedimenti che agevolando le imprese e le famiglie, riescono a garantire una migliore dignità non solo ai lavoratori che non perdono la propria fonte di sostentamento, ma anche ai pugliesi che alleggeriti dai balzelli insopportabili possono affrontare meglio il vivere quotidiano”./comunicato