Reddito di dignità, l’intervento di Nino Marmo in Aula

L’intervento del consigliere Nino Marmo (FI) in Aula
Il nostro Gruppo non presenterà emendamenti, primo perché il testo ci appare assolutamente inemendabile, complesso e complicato dal punto di vista della sua formulazione. Secondo noi, lo sarà anche dal punto di vista dell’applicazione, considerando che si riaggancia ai cantieri di cittadinanza che ancora devono partire in tutta la Puglia.
Noi non possiamo non considerare favorevolmente un intervento a sostegno della povertà, ma nutriamo delle preoccupazioni che riguardano le modalità con cui questo provvedimento è stato presentato.
Questo provvedimento nasce dalla volontà di anticipare un altro Gruppo che ha fatto propria la bandiera del reddito di cittadinanza, che vive e vige ormai in tutta Europa tranne che in Italia, e di voler anticipare anche il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi. Questo disegno di legge va nella direzione dei servizi sociali, perché si ritiene che quella sia la specifica competenza della Regione. Però, stranamente la relazione al disegno di legge non la svolge il Presidente della III Commissione, che è il Presidente della Commissione specifica dei servizi sociali, ma la tiene il Presidente della VI Commissione, che si occupa di formazione e di lavoro, forse per non apparire in contrasto con la norma nazionale.
Il disegno di legge va a sovrapporsi all’intervento che si sta operando a livello nazionale che è cominciato con il comma 386 della legge di stabilità e che poi è proseguito con il decreto legislativo relativo alla povertà del 28 gennaio 2016. In quest’ottica, il disegno di legge regionale presenta profili di incostituzionalità, posto che lo Stato, per assicurare uniformità di trattamento a livello nazionale, sta predisponendo una legge cornice idonea a stabilire modalità di accesso ai benefici. Il legislatore statale si fa portatore di istanze insuscettibili di differenziazione sul territorio garantendo i livelli essenziali delle prestazioni ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione.
Lo scopo è di evitare che situazioni di disagio uguali in diverse regioni siano affrontate in modo diverso da una regione o da un’altra regione.
D’altra parte, la Corte costituzionale in più di una occasione ha fatto rilevare come sia essenziale, in questi procedimenti trasversali, la leale collaborazione tra Stato e Regione. Ora non si comprende neanche perché stanziare la bellezza di 70 milioni più 5 di Fondi regionali, quando vi è uno stanziamento al quale la Regione Puglia può attingere ed è finanziato direttamente dallo Stato. Noi riteniamo che la velocità con cui si è voluto affrontare questo problema, una velocità che non ha voluto assolutamente attendere, con la ragionevolezza che il caso richiedeva, la emanazione dei decreti delegati da parte del Governo centrale.
La dignità noi riusciamo a darla solo attraverso il lavoro, attraverso una formazione personalizzata e professionalizzante, cosa che non troviamo in questo disegno di legge, salvo il rinvio a successive delibere di Giunta che abbiamo qualche dubbio possano essere attuative, come dubbi hanno manifestato nell’applicazione le leggi che ci hanno preceduto e, comunque, le delibere che ci hanno preceduto, come Garanzia giovani o come il reddito di cantiere.
Noi ritenevamo che la via principale sarebbe stata quella dell’attesa della legge cornice che ci avrebbe indicato gli spazi entro cui muoverci, gli spazi entro cui esercitare la leale collaborazione con lo Stato centrale e fare la nostra parte di Regione e non di Stato che obbedisce alle raccomandazioni europee.