Il diritto internazionale spesso interroga illustri esperti nel settore sul rapporto tra libertà di religione e manifestazione del pensiero, non soltanto nel diritto penale (in particolare, in relazione ai delitti contro il sentimento religioso), ma anche nel diritto civile, in quello del lavoro (limiti e modalità del diritto di critica del lavoratore: solo un problema di continenza?) e nel delicato settore del rapporto tra ordine pubblico, immigrazione e religione (conflitto tra proselitismo e reclutamento per presunte finalità terroristiche).
Obiettivo della due giorni è mettere a confronto, sul delicato tema del convegno, le varie esperienze e le varie prospettive. Il corso si propone di approfondire la libertà di religione (con alcuni spunti problematici, anche in diritto civile e del lavoro) e il diritto di manifestazione del pensiero e l’apparente distanza tra queste due libertà, soprattutto in riferimento all’espressione più corrosiva del diritto di critica, la satira.
“L’attentato di Charlie Hebdo – spiega Sharif Lorenzini – ha sconvolto l’Occidente moderno e secolarizzato. Di fronte ad attentati del generale ne è rimasta terrorizzata in primis la nostra comunità perché non si può uccidere in questo barbaro modo. Questi atroci episodi possono far correre il rischio che la gente assimili il fanatismo fondamentalista alla religione islamica in genere ma sappiamo benissimo che così’ non è. Di qui è facile fare sterili confronti con gli immigrati e con sentimenti di xenofobia strumentalizzati da molte fazioni partitiche. Dunque, sono convinto che la sfida sul futuro dell’Europa e in generale del mondo si deve giocare proprio sul terreno delle diversità. Un obiettivo che si può raggiungere se si impara a rispettare il pensiero e il credo altrui, un filo sottile che separa la libertà di espressione e di parola dalla blasfemia e dall’offesa nei confronti delle varie religioni”.
Per info e contatti:
Annadelia Turi (348/4949204)